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Distensione
ad est Se Obama si convince Praticamente
ogni giorno da un anno a questa parte, abbiamo scritto che i contrasti fra
Stati Uniti e Russia fossero un anacronismo politico. Non perché non ci
fossero differenze sostanziali fra i due paesi e anche fra i due leader, ma
perché Russia e America, oriente ed occidente avevano un problema comune di
quelli destinati a cambiare gli equilibri politici del mondo, esattamente
come era avvenuto con la Germania nazista che portò persino Roosevelt e
Stalin a collaborare fra loro, un concetto che avevamo appena finito di
richiamare ieri che abbiamo sentito riecheggiare nelle parole stesse del
presidente Putin. La novità è che per la prima volta l’amministrazione
americana sembra considerare fattivamente l’ipotesi della collaborazione,
anche perché dopo il flop della reazione francese a Raqqa, Hollande ha preso
i contatti con i russi che sono impegnati con i bombardamenti per un migliore
coordinamento della propria aviazione. I russi sono fondamentali, perché
anche ammesso che non abbiano truppe combattenti hanno i rapporti con
l’esercito siriano al suolo o quelle che ne resta, di truppe hezbollah e
iraniane. Il problema della guerra all’Is è tutto qui avere soldati sul campo
in grado di combattere i miliziani e non aerei che buttano bombe su
postazioni che vengono facilmente abbandonate e ripopolate. E non è
ovviamente un problema da poco considerato che l’America si è detta finora
convinta della guerra dall’alto nonostante i desolanti risultati in Libia e
quelli inconsistenti in Siria. Praticamente solo iraniani e curdi, oltre ai
pochi siriani di Assad rimasti, combattono con truppe di terra e si comprende
che abbiano difficoltà a registrare progressi. Se Obama non vuole recedere
dal suo proposito di evitare l’invio di truppe in medio oriente, non gliene vogliamo
fare una colpa. Ogni volta che l’America ha mosso il suo esercito, mezzo
mondo l’ha contestata anche con le accuse più ignobili ed assurde.
L’isolazionismo di ritorno del presidente americano dipende da questo
contesto e non ci fa piacere la sequela di insolenze che ora persino sui
nostri media gli vediamo rivolte con una disinvoltura che fa accapponare la
pelle. Sarebbe invece una colpa e gravissima impedire che altre truppe
specializzate si impegnino contro l’Is dopo quanto è successo. I russi ed i francesi
anche da soli sono perfettamente in grado di stare sul terreno e fare quanto
va fatto. Poi ovviamente gli Stati che amano discutere sulle ragioni del
terrorismo e come rimuoverlo senza il ricorso della violenza, possono
tranquillamente continuare a svolgere le loro importanti riflessioni, tanto
il Califfo non li mette nell’elenco delle possibili vittime, stiamo pure
tranquilli. Roma, 18
novembre 2015 |
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